Il terreno è tutto, il microbo è nulla.

Louis Pasteur, padre della microbiologia moderna

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EMERGENZA Covid-19
Conoscere il nemico ci permette di affrontarlo al meglio!

Ana Karuza

Sono fortunata ad aver avuto, come biologa, una formazione post-laurea che mi ha sensibilizzata sia nella promozione della salute dell’uomo (da biologa nutrizionista) sia nel campo di microbiologia ambientale (dottorato di ricerca sul ruolo ecologico dei virus). Pertanto mi sento di farvi chiarezza su certi aspetti che ritengo fondamentali nella comprensione di quello che sta accadendo con la pandemia in atto e cosa possiamo fare per difenderci al meglio.

16 marzo 2020

Piuttosto che dire che i virus sono ovunque intorno a noi sarebbe da dire che siamo noi intorno ai virus, tant’è vero che sono gli abitanti più numerosi del nostro pianeta, in tutte le sue matrici: nel suolo, nelle acque dolci e quelle marine, e nei loro sedimenti. Pensate che in una sola goccia di acqua di mare di virus ce ne sono milioni e milioni. Insieme ai batteri, miliardi di particelle virali convivono anche con noi formando la nostra preziosa flora intestinale.

I virus sono definiti come entità al limite tra vivente e non vivente per la loro incapacità di riprodursi autonomamente, ma solo a scapito delle strutture dell’ospite che infettano. Dunque sono parassiti obbligati specie specifici, ovvero per ogni organismo vivente su questa Terra ci sono diversi virus che cercheranno di infettare un solo ospite, da ogni singola specie batterica per arrivare all’elefante indiano o alla balenottera azzurra.

Nella nostra visione antropocentrica delle cose i virus vengono visti come degli alieni, ma in realtà sono molto più vecchi di noi. La loro semplice struttura che consiste nel solo acido nucleico (di cui dispongono tutti gli esseri viventi) protetta da un involucro proteico e basta, fa pensare alle primissime forme di vita dalle quali si è poi evoluta tutta la biosfera. Tant’è vero che il freddo non li nuoce. Solo pochi anni fa è stato scoperto un virus gigante nel permafrost siberiano, datato a 30.000 anni fa (chissà quale specie infettava!) di dimensioni assolutamente anomale per come li conosciamo noi essendo grande come un piccolo batterio, che una volta scongelato ha ripreso la sua funzionalità!

La malattia virale è la naturale risposta al sovrappopolamento per il semplice fatto che l’infezione virale è processo densità-dipendente basato sulla probabilità d’incontro tra i virus ed il loro ospite. In altre parole, più numerosi sono gli individui della stessa specie, maggiore sarà la probabilità d’incontro tra l’ospite ed il parassita. Lo scoppio epidemico non è altro che l’ostacolo alla singola specie dominante di espandersi a dismisura in caso di illimitate risorse alimentari, con la cosìdetta strategia killing the winner. Le epidemie si verificano non di rado proprio negli allevamenti di animali monospecifici ad uso alimentare umano, come per esempio negli allevamenti di salmoni, polli, suini etc., spesso preventivamente appositamente vaccinati contro i virus noti, ma dove l’insorgenza di un nuovo virus determina lo sterminio dell’intero allevamento. Per il fatto che i virus ristabiliscono l’equilibrio numerico tra le specie diverse, penalizzando quella dominante, possiamo definirli come principali promotori di biodiversità. Se fate caso, l’epidemia è sorta in Cina, in una delle zone più densamente popolate del pianeta. La Lombardia che sta avendo altissimo numero di malati è uno dei territori più densamente popolati d’Europa!

La disposizione del governo Io sto a casa gioca sul ridurre proprio la probabilità incontro. In altre parole, dobbiamo riuscire a far credere i virus che noi umani siamo meno numerosi di quelli che siamo, dobbiamo farli ingannare. E qui la forza comunitaria diventa di fondamentale importanza: gli individui che rispetteranno la disposizione di evitare gli incontri con altre persone in un certo senso andranno a favorire la riduzione dell’infezione, proteggendo anche le persone che si comportano meno bene. Un po’ analogamente alla scelta di vaccinarsi o meno, chi si vaccina non protegge solo se stesso ma sfavorisce la circolazione dell’agente patogeno per tutto il genere umano. Per cui niente saluti di mano, baci e abbracci tra di noi, ma il vostro cane o gatto potete coccolare anche sul divano di casa.

Il Coronavirus appartiene ad una grande famiglia dei Coronaviridae, virus diversi tra loro che infettano l’uomo e diverse specie di grandi animali (bovini, cammelli, cavalli, gatti, cani, roditori, uccelli, pipistrelli, conigli…)

Nel caso di Covid-19 il virus che infettava un altra specie animale (sembrerebbe pipistrello) ha mutato e ha infranto la barriera di specie diventando virus patogeno per l’uomo. Dal punto di vista del Covid-19 l’uomo è un ottimo terreno su cui proliferare, come per noi lo poteva essere il nuovo continente su cui emigrare o un mercato azionario interessante su cui investire. Con il tempo è verosimile che il virus si adatterà a noi uccidendo sempre meno individui perché il suo unico scopo è usarci per proliferare.

Il Covid-19 è un virus di nuova fattura, originatosi da una nuova mutazione. Si tratta di un virus a RNA a singola elica, per cui più instabile di quanto lo possa essere un virus a RNA a elica doppia o un virus a DNA, geneticamente più evoluto che dispone di meccanismi di autoriparazione nel caso di cambiamenti strutturali, ovvero di mutazioni. Ed è proprio questa sua instabilità che lo rende più imprevedibile perché potrebbe facilmente mutare nuovamente. Ma c’è anche qualcosa di buono in tutto ciò: si deteriora e distrugge con maggiore facilità, non solo in seguito ad uso di sostanze chimiche come l’alcool e l’Amuchina, ma soprattutto con i raggi solari, in particolare sono i raggi UV ad essere particolarmente dannosi per le particelle virali.

Siamo abituati a vivere in un mondo ovattato in cui per qualunque disagio esiste un rimedio protocollato. Ma questa volta non è così. E’ un virus nuovo e il vaccino non esiste. Non avendolo mai incontrato prima, non abbiamo immunità, dobbiamo svilupparla. Quindi, dobbiamo combatterlo con le nostre forze, ovvero con un forte sistema immunitario. Il 70% del nostro sistema immunitario è nelle nostre pance, nel nostro intestino, ovvero nella qualità della nostra flora intestinale. Quindi la nostra alimentazione anche qui gioca un ruolo fondamentale insieme ad alcuni micronutrienti indispensabili al suo ottimale funzionamento: di nuovo torniamo al beneficio dato dal sole, cruciale per la sintesi della vitamina D. Da non dimenticare lo zinco ed alcune sostanze antiossidanti. Mi capita spesso di vedere persone immunodepresse che già con un paio di giorni di integrazione con questi micronutrienti riprendono il buon funzionamento del sistema immunitario. Sarà una coincidenza non lo so, ma chi si ammala con degli esiti fatali sono di solito persone anziane, recluse negli ospedali e le case di riposo con un sistema immunitario compromesso e già indebilitato dalla lotta con altre patologie.

‘So che potrei essere più bravo, mangiare meglio, ridurre il sovrappeso, fare l’attività fisica…ma piuttosto di rinunciare alle mie abitudini preferisco le mie pastigliette’ sono affermazioni che mi capita spesso di sentire. Vivere nel mondo ovattato in cui tutto è possibile e tutto è rimediabile ci rende più vulnerabili a qualsiasi imprevisto. La presenza di comorbilità come il diabete, ipertensione, tumori, patologie cardiovascolari etc. sta mietendo le sue vittime. Gli eroi del mangiare sano, preparare i pasti in casa, scegliere con cura le materie prime e in altre parole avere un’alimentazione consapevole dedicando tempo anche ad esercizio fisico saranno appagati.

Gli studi immunologici e genetici hanno definito che ci sono geni correlati ad una maggior predisposizione all’infiammazione sistemica con la produzione di sostanze infiammatorie quali IL-6 e altre citochine nelle mucose del sistema respiratorio che aggravano la sintomatologia e l’esito di infezione dal Coronavirus. Non è escluso che la presenza di questi geni che già a sua volta predispongono all’infiammazione e l’insorgenza di sindrome metabolica, patologie cardiocircolatorie, insulinoresistenza potrebbe essere correlata alla comorbilità per la sintomatologia aggravata da Covid-19 (per coloro che hanno effettuato il test Nutrigenetico Genodiet GD Exam Health potete verificare la vostra personale predisposizione all’infiammmazione).

  • Prevenire l’incontro tra il Covid-19 e l’ospite umano; quindi Stare a casa!
  • Se si esce per quei 3 motivi indispensabili (lavoro, necessità o salute) proteggersi e disinfettare le superfici di contatto con il mondo esterno!
  • Potenziare il proprio sistema immunitario: stare all’aperto sì e soprattutto al sole, ma senza incontrare persone o almeno rispettando le distanze di sicurezza. Libera uscita e contatto con i nostri animali domestici, pipistrelli compresiJ;
  • Valutare con il proprio medico o nutrizionista eventuale integrazione con sostanze immunomodulanti; consumare giornalmente frutta e verdura fresca, spremuta di agrumi, semi di zucca e altri semi oleosi, bacche di goji, tè verde
  • Fare attività fisica, possibilmente all’aperto, nel limite delle proprie possibilità e delle disposizioni vigenti;
  • Impegnarsi quotidianamente nel prendersi cura di se e dei propri cari per costruire il pilastro di salute presente e futura, personale e comunitaria.