L’albumina glicata rappresenta un indice di controllo glicemico nel breve-medio periodo, essendo particolarmente sensibile a variazioni di glicemia media che riguardano le ultime 3 settimane.
A differenza dell’emoglobina glicata, i suoi valori considerano anche i picchi di fruttosio o di glucosio che si determinano dopo il pasto o dopo un’assunzione di sostanze dolci o amidi a veloce assorbimento.
Il dosaggio rappresenta quindi anche un ‘indice di picco’ dei diversi zuccheri circolanti e la misura dell’effettiva glicazione delle proteine, cioè la lettura del danno provocato dai differenti tipi di zuccheri che vanno a legarsi a proteine presenti in circolo. Come se gli zuccheri ‘caramellassero’ le proteine circolanti impedendone il corretto funzionamento.
Il metilgliossale è una sostanza ossidante, il cui valore cresce in modo proporzionale all’andamento della glicemia e dei picchi e delle oscillazioni di concentrazione di glucosio e di fruttosio.
I livelli di base, se elevati, indicano una importante alterazione della sensibilità degli zuccheri e necessitano di qualche giorno di dieta controllata (in genere su dolci, vino, fruttosio, alcol) per ridursi.
Il suo accumulo determina effetti negativi che coinvolgono anche la resistenza insulinica. Tuttavia la sua presenza, pur segnalando una caratteristica metabolica negativa, esprime ancora la capacità dell’organismo di adattarsi ai carichi di zuccheri.