Per quanto possa sembrare strano l’uomo moderno, dal punto di vista fisiologico, non è molto diverso da quello vissuto decine di migliaia d’anni fa.

I nostri antenati vivevano in un mondo molto violento. Dovevano cacciare per procurarsi il cibo ed evitare di essere cacciati. Queste erano le situazioni stressanti che richiedevano loro iniezioni di energie.

E questa è fondamentalmente la reazione da stress: fornire ai muscoli più ossigeno e più zucchero per produrre energia. Il nostro sistema ormonale, in particolare quello del surrene, è così raffinato che sotto stress il sangue coagula più velocemente impedendo ad eventuali ferite eccessivo sanguinamento e rilasciando, in caso di lesioni, antidolorifici naturali.

Quello che è rimasto a noi dello stress che salvava le vite ai nostri antenati è la dipendenza dalle reazioni da stress, desiderosi di lottare anche quando non è necessario, ovvero esattamente quello che facciamo praticando lo SPORT: mimiamo il combattimento, l’attacco o la fuga.

A tutt’oggi è riconosciuto che un costante esercizio fisico ha degli effetti particolarmente benefici su tutta una serie di funzioni metaboliche, sia fisiche che mentali.

Però, se si vogliono ottimizzare i risultati minimizzando i danni (anche se non immediati ma che si farebbero sentire con il tempo) risulta fondamentale dare il giusto peso all’alimentazione, che sia nel caso dello sportivo amatoriale o l’agonista, svolge il seguente ruolo:

  • Deve fornire il substrato energetico necessario per sostenere l’attività (a seconda del tipo di attività fisica, i carboidrati e i grassi vengono consumati in proporzioni diverse)

  • Deve reidratare e ripristinare gli elettroliti persi con la sudorazione
  • Deve fornire l’adeguato apporto di micronutrienti, ovvero vitamine, minerali, amminoacidi e grassi essenziali, a causa di un loro aumentato fabbisogno
  • Deve riparare le parti strutturali corporee sottoposte a degli sforzi (fibre muscolari, tendini e cartilagini)
  • Deve ripristinare le riserve di glicogeno per prevenire il consumo delle strutture muscolari (catabolismo)
  • Deve ripristinare l’equilibrio acido-base a causa dell’effetto acidificante dovuto allo sport, soprattutto se di elevata intensità
  • Deve neutralizzare i danni a causa dello stress ossidativo dovuto ad una maggiore produzione di radicali liberi

Fornendo gli elementi strutturali ed energia, sono la quantità, la qualità, la proporzione e la tempistica di assunzione del cibo, il cosiddetto timing, a determinare l’efficacia e la salubrità della dieta.

Nel caso degli sportivi agonisti ormai è noto che una giusta alimentazione, per quanto mirata alle esigenze dello sportivo, non consente di creare il campione (perché l’allenamento occuperà sempre il primo posto!) ma un’alimentazione errata può comprometterne il successo. Una dieta inadeguata, può impedire una prestazione ottimale, compromettere i benefici derivanti dall’allenamento e aumentare il rischio di incorrere ad infortuni o, addirittura, determinare patologie gravi. Bisogna sottolineare che nel caso di atleti di pari livello, che di solito riguarda i giocatori d’elite, dove le competenze acquisite sono portate ai limiti fisiologici, l‘alimentazione può giocare ruolo decisivo.

Diete con ridotti livelli di assunzione calorica, più frequentemente adottate dalle atlete donne, rappresentano un problema nutrizionale importante, in quanto il bilancio energetico negativo accompagnato da un ridotto apporto di macro- e micronutrienti, se protratto nel tempo, può condurre anche ad alterazioni delle funzioni ormonali, mestruali ed osteoporosi precoce (vedi triade dell’atleta).

Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la dose giusta di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada giusta per la salute.

Ippocrate

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Gli integratori servono davvero?

Gli integratori servono davvero?

Servono.

Fino ad alcuni anni fa io stessa avevo un’avversione nei confronti delle polverine in barattoli, estratti liquidi, barrette e gel, considerandoli erroneamente una moda sotto forte spinta commerciale.

Con il passare degli anni e con l’acquisizione delle competenze in merito, ho appurato che gli integratori invece possono essere molto utili sia nel caso di equilibri compromessi a livello di cellula o di organo, nonché come supplemento in caso di fabbisogni nutrizionali aumentati. Così, gli integratori fitoterapici trovano utilizzo nell’riequilibrio in caso dei disturbi di ogni genere, ma la differenza rispetto ad un principio attivo di sintesi in esso contenuto, sta nella completa assenza o minor ampiezza dell’ effetto collaterale.

Così, per esempio, per quanto riguarda regimi alimentari ipocalorici, gli integratori sono in grado di fornire un’adeguata quantità di nutrienti funzionali mirati senza eccedere con il carico energetico.

Nel caso dello sportivo invece, gli integratori trovano uno spettro d’utilizzo molto ampio, a partire dai pasti sostitutivi, supporti energetici pre – durante e post – prestazione, nella fase di recupero, per la gestione dei traumi, come ansiolitici e cardiotonici, nonché per assicurare un adeguato fabbisogno di micronutrienti nelle condizioni di attività particolarmente intensa. Se poi l’atleta in questione dovesse avere delle esigenze dietetiche particolari quali intolleranze, allergie, patologie oppure soltanto delle restrizioni alimentari come in caso di sportivi veg(etari)ani, l’utilizzo di integratori alimentari può risultare di utilità ancora maggiore.